To the top button
Donate ora

Occasione per le donazioni

Occasione del regalo

Nascita

  • Nascita
  • Compleanno
  • Altro

Faccio una donazione

Intervallo di donazione

Mensile

  • Mensile
  • Trimestrale
  • Semestrale
  • Annuale

Importo

CHF

Bitte Betrag wählen oder eingeben

La vostra donazione sostiene i programmi della Fondazione SOS Villaggio dei Bambini Svizzera. Grazie mille.

21.03.2023 Attualità Tutti Asia Matrimonio tra bambini dalle conseguenze devastanti

  • Categorie
  • Regione

Seema ha 24 anni e lavora per SOS Villaggi dei Bambini Nepal come Community Mobilizer per il nostro programma di rafforzamento familiare basato sulla comunità a Vyas. Si è sposata a 15 anni ed è diventata madre a 16.

Dopo anni travagliati a livello psicologico e fisico, nel 2019 ha divorziato. Da allora sua figlia vive con la famiglia del suo ex marito. Il più grande desiderio di Seema è ottenere l’affidamento della figlia e consentirle di ricevere un’istruzione scolastica.

Matrimonio per amore

All’età di 13 anni, Seema si è innamorata di un ragazzo più grande di tre anni. I due hanno portato avanti una relazione per un anno e mezzo, di cui i genitori erano a conoscenza. Un giorno i genitori del ragazzo si sono recati dalla famiglia di Seema e hanno stabilito che i ragazzi si sposassero per evitare «danni». Ci fu una piccola festa di nozze e poi una grande festa in paese. Seema aveva 15 anni, suo marito 18. Dopo le nozze si è trasferita a casa dei suoceri. Ha completato la decima classe a scuola e poi è rimasta incinta. All’età di 16 anni ha dato alla luce sua figlia. Avrebbe voluto continuare ad andare a scuola, ma la famiglia di suo marito non lo ha permesso. Suo marito guadagnava troppo poco, quindi dipendevano dai suoi genitori.

Anni difficili

Poco dopo la nascita della figlia, il marito si è recato a Kathmandu, la capitale del Nepal, per frequentare un corso di gestione alberghiera. Seema ai tempi non aveva un cellulare e non poteva contattarlo. Lavorava ogni giorno nei campi o raccoglieva arance in giardino. Quando tornava a casa la sera tardi dopo il lavoro, si occupava della bambina. Nel frattempo, suo marito aveva una relazione con un’altra donna. La famiglia lo sapeva. Seema non voleva riconoscerlo. Sperava che sua figlia sarebbe cresciuta in una buona famiglia e che tutto sarebbe andato per il meglio e si augurava che suo marito portasse a termine la sua formazione e potesse così garantire un’entrata alla famiglia. Ma le cose sono andate diversamente. I suoceri cominciarono a tormentarla. Il suocero era spesso ubriaco e la chiamava a sé la sera per insultarla e urlarle. Al termine di un corso di sartoria che Seema aveva frequentato per guadagnare con lavori di cucito, i suoceri vendettero apposta la macchina da cucire. La formazione quindi non le è servita a nulla Era disperata poiché capiva di non avere risorse finanziarie o materiali, di non avere un diploma di scuola superiore e di non avere alcuna prospettiva di guadagno. Era alla mercé dei suoceri e non poteva difendersi. Si rese conto dolorosamente dell’errore di essersi sposata così giovane.

Perdita del diritto di affidamento

Seema si vergognava di dover tornare a casa dei genitori come donna sposata e si oppose a lungo. Ma a un certo punto era troppo per lei e tornò a vivere con i suoi genitori. Nel 2019 c’è stato il divorzio. Il suo ex marito ha avuto l’affidamento della figlia, anche se aveva pochi contatti con lei. Come è stato possibile? I suoceri convinsero la bambina con giocattoli e dolci a testimoniare in tribunale di voler rimanere con il padre. Inoltre, Seema non disponeva di una solida base economica per provvedere alla bambina. Seema da allora non può più vedere sua figlia. Qualche settimana fa, la ragazza è scappata e ha fatto visita a Seema. A quanto pare i nonni la trattano male. A Seema si spezza il cuore sentire il racconto di sua figlia e non poterla aiutare.

Nuovi obiettivi

Il padre di Seema è morto durante il coronavirus, poco dopo il divorzio. Sua madre si è trasferita dal fratello per aiutare lui e sua moglie. Seema ora vive da sola nella casa dei genitori. Dall’estate lavora come Community Mobilizer per il nostro programma di rafforzamento familiare basato sulla comunità a Vyas, frequentando al contempo la scuola a distanza. Non vede l’ora di ottenere la laurea e diventare insegnante. Nella comunità è considerata un modello da seguire perché racconta apertamente la sua storia e richiama l’attenzione sulle conseguenze del matrimonio tra bambini. Ne ha già parlato in molti club dei bambini, per evitare ad altre ragazze un destino come il suo. Il suo desiderio più grande, però, è che sua figlia, che oggi ha otto anni, possa vivere con lei e ricevere un’istruzione.

Responsabile del contenuto:

Cornelia Krämer

Come responsabile delle comunicazioni, lavoro ogni giorno per garantire che i bambini possano essere bambini, in qualsiasi parte del mondo crescano.

Informazioni sulla persona
indietro