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06.05.2024 Attualità Tutti In tutto il mondo L’aiuto all’autoaiuto è meraviglioso

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La Dr. Barbara Steck è psichiatra e psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza. Da oltre 40 anni sostiene SOS Villaggi dei Bambini Svizzera, tra le altre cose con un padrinato nella città etiope di Gode.

Abbiamo discusso con lei del nostro lavoro e dell’importanza della fiducia per un’infanzia serena.

Come è venuta a conoscenza per la prima volta di SOS Villaggi dei Bambini Svizzera?

È stato soprattutto grazie al mio lavoro come psichiatra infantile e alla mia partecipazione alla Commissione per le adozioni del Canton Vaud che sono entrata regolarmente in contatto con numerose istituzioni per bambini e ragazzi e ho conosciuto SOS Villaggi dei Bambini Svizzera.

Quale obiettivo di SOS Villaggi dei Bambini è il più importante per lei? E inoltre: qual è stata l’esperienza più straordinaria che ha vissuto in relazione alla nostra organizzazione?

Mi colpisce molto il vostro impegno per dare a ogni bambino il calore di una casa. L’istituzione di famiglie sostitutive all’interno della comunità con una persona di riferimento fissa, la mamma SOS, consente inoltre ai bambini di mantenere i propri legami culturali, etnici, linguistici e religiosi. Rafforzare le famiglie esistenti è una forma di sostegno lungimirante, ottima anche per le generazioni future.

Grazie al mio padrinato ricevo regolarmente lettere da Gode che mi informano su ciò che accade nel villaggio dei bambini e nei suoi dintorni, cosa che mi fa molto piacere. Le mie numerose esperienze con i collaboratori SOS sono sempre state molto positive.

Ha qualche consiglio da darci dal punto di vista dei donatori?

La rivista di SOS Villaggi dei Bambini fornisce informazioni preziose su diversi argomenti. I racconti personali di bambini e ragazzi che vivono o hanno vissuto nel villaggio dei bambini mi colpiscono molto. Mi sembra inoltre essenziale che vengano ripetutamente ricordati i fondamenti dell’assistenza alternativa, i programmi di rafforzamento familiare e le varie offerte, come la preparazione alla vita adulta. L’approccio globale della vostra fondazione è convincente e l’aiuto all’autoaiuto è estremamente importante.

Qual è la prima cosa che le viene in mente quando pensa a SOS Villaggi dei Bambini?

La migliore opzione di assistenza per i bambini che non possono crescere nella propria famiglia.

Cosa significa per lei la famiglia?

Sicurezza, protezione, comprensione e sostegno, ma anche un luogo in cui si possono affrontare conflitti e risolvere problemi.

Pensando al passato: qual era il lavoro che sognava da bambina?

Da bambina volevo diventare veterinaria. Durante i miei studi di medicina ho deciso di diventare psichiatra e psicoterapeuta infantile e dell’adolescenza.

Abbiamo ancora alcune domande sul nostro tema centrale «Fiducia»: a partire da quale età e in quale forma si instaura la fiducia nei bambini?

La fiducia di base si instaura fin dalla nascita e nella prima infanzia tramite l’attenzione costante, affidabile e amore-vole e la disponibilità emotiva dei genitori o delle persone di riferimento. La sensibilità nei confronti delle esigenze e delle necessità del neonato e del bambino piccolo e le risposte adeguate degli assistenti rivestono un ruolo centrale. Questo processo relazionale si basa sulla comunicazione interpersonale: qui è importante considerare anche l’espressione non verbale come il contatto visivo, il tono della voce, la mimica e la gestualità.

Quali fattori compromettono la fiducia durante l’infanzia?

Vi rientrano fattori potenzialmente traumatizzanti come la mancanza d’amore, i maltrattamenti, l’abbandono, la separazione e le perdite nonché l’essere testimoni di violenza e di sradicamento culturale.  Tra le forme di abbandono che si ripetono quotidianamente si annovera, oltre all’abbandono fisico (alimentazione, cura, abbigliamento, igiene inadeguati), anche l’abbandono emotivo come il disinteresse, il rifiuto, l’indisponibilità emotiva da parte delle persone di riferimento. Se le persone responsabili dell’assistenza sono fisicamente presenti ma non reagiscono di fronte alle esigenze di un bambino, quest’ultimo può non sentirsi preso sul serio e in considerazione, il che rappresenta un’esperienza traumatica.

Si può anche esagerare con l’assistenza?

Sì. Esplorare e scoprire in autonomia è importantissimo. Il bisogno di autonomia del neonato e del bambino piccolo e il suo desiderio primario di essere percepito come un essere a se stante devono essere rispettati. La solitudine temporanea, accompagnata dalla certezza che la persona di riferimento sia presente, consente ai bambini di costruire il loro mondo interiore attraverso il gioco e l’invenzione di storie. Vivere le proprie esperienze rafforza la fiducia del bambino in se stesso e nel suo ambiente.

Perché la fiducia è così importante per la crescita sana dei bambini?

La fiducia primordiale permette di confidare in se stessi, nel proprio corpo e nelle persone al di fuori della cerchia familiare. Solo attraverso questa fiducia si crea l’attaccamento sicuro, decisivo per il futuro percorso di vita e per le relazioni con le altre persone. Ma con assistenti motivati, anche i bambini e i ragazzi con legami instabili possono fare esperienze relazionali nuove.

Quali sono le conseguenze di una continua perdita di fiducia per i bambini e i ragazzi?

Una continua perdita di fiducia si verifica di solito a seguito di esperienze traumatizzanti che hanno conseguenze diverse a seconda dell’età, dello stadio di sviluppo del bambino e del contesto. Gli eventi possono anche essere repressi e avere conseguenze traumatiche solo a posteriori, ad esempio durante la pubertà.

I bambini possono sviluppare sintomi psicosomatici (disturbi dell’alimentazione o del sonno, dolori, enuresi), avere ritardi nello sviluppo e disturbi relazionali (grande bisogno, atteggiamenti appiccicosi), avere problemi emotivi (aggressività, ansia, depressione) o disturbi dell’attenzione e dei processi di apprendimento. La formazione dell’identità può essere più difficile.

Le esperienze traumatiche non elaborate dei genitori possono essere trasmesse anche ai figli attraverso forme di comunicazione inconsce; i figli percepiscono la vulnerabilità e l’impotenza dei genitori e cercano di sostenerli.

Cosa serve per ripristinare la fiducia, se in passato è stata delusa troppo spesso?

La continuità dell’assistenza è particolarmente importante per i bambini che hanno vissuto eventi traumatici; hanno bisogno di relazioni affidabili e di sostegno emotivo. Quando si verificano comportamenti distruttivi, che bambini e adolescenti spesso sviluppano come un meccanismo di protezione, è estremamente stressante per le persone che prestano assistenza sopportarli e affrontarli con le persone colpite. I sentimenti aggressivi nei confronti delle persone che hanno infranto la loro fiducia si rivolgono ora agli assistenti o ai terapisti. Un bambino/adolescente deve essere in grado di rendersi conto che, nonostante la sua aggressività, la persona di riferimento rimane emotivamente impegnata e disponibile e che il suo comportamento negativo non porta al rifiuto o alla perdita di attaccamento. A lungo termine si può intraprendere gradualmente un processo di elaborazione del lutto per le perdite subite e a un’elaborazione psichica delle esperienze traumatiche. La durata di questo processo varia da persona a persona e dipende anche dalla gravità e dalla durata del trauma.

Informazioni personali

La dott.ssa Barbara Steck abita nei pressi di Losanna e durante gli studi di medicina si è specializzata in terapia infantile e familiare. Nel corso della sua carriera ha pubblicato diversi libri sulla sua disciplina e ha insegnato per molti anni come docente privata all’Università di Basilea. Da oltre 40 anni sostiene con costanza SOS Villaggi dei Bambini Svizzera, tra le altre cose con un padrinato nella città etiope di Gode.

Responsabile del contenuto:

David Becker

Rapporti sull'impatto dei nostri progetti e i singoli destini che li accompagnano sono ciò che mi motiva ogni giorno a fare ricerca e a scrivere.

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