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16.09.2020 Aiuto d'emergenza Attualità Diritti dei bambini Tutti Europa Lettera aperta: misure concrete per i bambini di Moria

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Dopo l’incendio di Moria, SOS Villaggi dei Bambini e altre tre importanti associazioni di aiuto all’infanzia svizzere hanno scritto una lettera una lettera aperta al governo svizzero chiedendo 4 misure concrete.

Gentile consigliera federale Karin Keller-Sutter,

in seguito all’incendio divampato nel campo profughi greco di Moria, a Lesbo, oltre 12’000 persone sono attualmente senza tetto. Circa 4000 di queste sono minori. Sono già stati traumatizzati dalle loro esperienze di fuga e dalle condizioni disumane del campo e ora devono affrontare un nuovo shock.

Noi, un’unione delle principali associazioni svizzere di aiuto all’infanzia composta da SOS Villaggi dei Bambini Svizzera, Save the Children Svizzera, Fondazione Villaggio Pestalozzi per bambini e World Vision Svizzera, facciamo appello al governo svizzero affinché faccia tutto il possibile per fornire a questi bambini la protezione e l’assistenza cui hanno diritto in base alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo.

«I bambini e le loro famiglie a Moria hanno subito molti traumi anche prima dell’incendio. Ora sono di nuovo disperati e hanno perso tutti i loro averi, nel cuore dell’Europa. Dobbiamo dare subito a questi bambini una prospettiva per il futuro e fornire loro la possibilità di riprendersi da questo drammatico vissuto in un ambiente protetto», afferma Adrian Förster, direttore generale di Save the Children Svizzera.

Esprimiamo il nostro apprezzamento per la disponibilità della Svizzera ad accogliere singoli rifugiati minorenni, ma questa misura, da sola, non è sufficiente. «La Svizzera, in quanto Stato depositario della Convenzione di Ginevra, può svolgere un ruolo esemplare nel superamento di questa crisi epocale e, nello spirito della sua tradizione di aiuti umanitari, può continuare ad ampliare la sua assistenza soprattutto per la protezione dei più vulnerabili», afferma Christoph von Toggenburg, CEO di World Vision Svizzera.

«I bambini che crescono nei campi profughi senza sicurezza, senza istruzione e senza prospettive per il futuro sono traumatizzati a lungo termine e il loro sano sviluppo è gravemente compromesso. Dobbiamo impedirlo a tutti i costi», sottolinea Martin Bachofner, direttore della Fondazione Villaggio Pestalozzi per bambini.

«L’incendio di Moria è stata una catastrofe annunciata. Se vogliamo evitare che questa situazione si ripeta, sono necessarie soluzioni a lungo termine e solidarietà tra gli Stati europei», afferma Alain Kappeler, direttore di SOS Villaggi dei Bambini Svizzera.

Ora sarebbe quindi il momento giusto per il governo svizzero di reagire e fungere da modello per gli altri Stati europei, offrendo e aumentando il suo aiuto nei seguenti settori:

1. Continuare il programma di ricongiungimento familiare, dando la massima priorità ai bambini traumatizzati di Moria.

 

2. Ammettere temporaneamente i bambini dai tre ai quattordici anni per facilitare il ricongiungimento familiare in altri paesi europei.

 

3. Accogliere bambini e giovani che non hanno prospettive né legami familiari con la Svizzera, in modo che possano costruire sia relazioni affidabili che il loro futuro sociale e professionale in un nuovo spazio abitativo in sicurezza.

 

4. Fornire supporto logistico e materiale alle organizzazioni umanitarie e alle autorità greche sul campo.

 

La ringraziamo molto per il Suo impegno a nome della Svizzera a favore dei bambini in difficoltà.

Distinti saluti,

Christoph von Toggenburg, CEO di World Vision Svizzera

Alain Kappeler, direttore di SOS Villaggi dei Bambini Svizzera

Martin Bachofner, presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione Villaggio Pestalozzi per bambini

Adrian Förster, direttore di Save the Children Svizzera

 

P.S. SOS Villaggi dei Bambini sostiene i bambini e le famiglie di Lesbo dopo l’incendio con misure di aiuto d’emergenza. Qui potete sostenere il nostro aiuto d’emergenza:

Aiuto ora.

 

Responsabile del contenuto:

Nathalie Rutz

Sono un addetto alle comunicazioni responsabile dei diritti dei bambini di tutto il mondo.

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