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23.05.2019 Attualità Programma di aiuti Tutti In tutto il mondo La Corea del Sud e la sua corsa senza freni: le conseguenze per i bambini

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Attualmente la Corea del Sud sta vivendo un periodo di vero e proprio boom economico e culturale, percepito ovunque nel mondo. Questo boom, tuttavia, è anche legato a un prezzo da pagare. Gettiamo uno sguardo dietro le quinte della società di produzione di massa sudcoreana insieme a Do-Hyun Kim, direttore di SOS Villaggi dei Bambini Corea del Sud.   

K-pop, k-food o k-beauty. I prodotti di bellezza e le tendenze in fatto di moda provenienti dalla Corea del Sud ammaliano schiere di donne e uomini in Europa. Musiche e coreografie sfornate da gruppi femminili e maschili del paese della Hyundai mandano in visibilio i giovani delle lande più occidentali. E i piatti nazionali, come il kimchi e il bibimbap, sono un menù fisso fra gli intenditori svizzeri.  Passeggiando per le strade di Seoul, si è sopraffatti da un oceano di luci, musiche, bar e ristoranti.

Il miracolo economico della Corea del Sud

Dopo l’occupazione giapponese del 1945 e la guerra di Corea, protrattasi dal 1950 al 1953, la Corea del Sud è passata dall’estrema povertà allo stato di moderna nazione industrializzata, il tutto nell’arco di pochi decenni. Dal 1985, il prodotto interno lordo è decuplicato e, con uno straordinario 3,1%, cresce senza freni.  Grazie a giganti high-tech e colossi quali Hyundai e Samsung, il paese gode della reputazione di hub dell’innovazione. La maggior parte dei prodotti elettronici, come ad esempio semiconduttori, microchip, schermi ultrapiatti e computer, reca la dicitura made in Corea.  Ma il paese detiene un primato pressoché assoluto anche nel settore dei servizi: i cittadini lavorano sodo per garantire una qualità eccellente. A Seoul, i turisti si rendono perfettamente conto degli elevati standard dei servizi e imparano ad apprezzarli, che si tratti di una boutique, di un ristorante o del servizio di noleggio auto. Qualsiasi cosa funziona perfettamente e nessuno deve rimanere in coda. Il tutto accompagnato da una gentilezza e un’accoglienza senza paragoni.

 

Il valore della famiglia sempre più in calo

“I turisti non ricevono la benché minima impressione delle condizioni di povertà in cui versa la Corea del Sud”. Kim Do-Hyun è direttore di SOS Villaggi dei Bambini Corea del Sud e lavora per l’ente già da 27 anni. Conosce pertanto a fondo i problemi del paese: “Sono, in particolare, i bambini e i pensionati a soffrire le conseguenze dell’enorme pressione derivante dall’ansia delle prestazioni. Il paese si è trasformato da una società agricola e legata alle tradizioni a una macchina moderna e avanzata ossessionata dalle prestazioni”. Secondo Kim Do-Hyun, il sistema familiare è cambiato: “In passato le famiglie erano più numerose, affiatate, e ciascuno si sosteneva a vicenda. Oggi si sono ridotte ad avere un figlio per nucleo e tutti vogliono lasciare la campagna. Essendo alla ricerca di un lavoro e di offerte di studio, le famiglie si trasferiscono nelle metropoli come Seoul, il che significa sempre meno bambini in campagna ”.

Malgrado il tasso di natalità diminuisca, il numero di abusi sui bambini in città aumenta. I genitori sono costretti a lasciare i figli a casa, lavorano a lungo e i bambini vivono praticamente da soli.  “SOS Villaggi dei Bambini accorre in soccorso di queste famiglie consentendo ai bambini di frequentare i relativi asili e fornendo loro un pasto gratuito. Purtroppo è molto complesso riuscire a sfondare la barriera familiare. SOS Villaggi dei Bambini opera con vigore attuando misure preventive volte a convincere i nuclei familiari a cercare aiuto per tempo. Se i bambini perdono completamente le cure genitoriali, possono trovare un luogo permanente in cui crescere nei villaggi SOS, distribuiti nelle tre sedi di Seoul, Daegu e Suncheon e capaci di accogliere 70 bambini ciascuno ”.

L’impegno di SOS Villaggi dei Bambini a favore dei piccoli e delle persone in età più avanzata

Naturalmente, l’attenzione di SOS Villaggi dei Bambini è catalizzata sui piccoli, ma nella società sudcoreana figurano moltissimi anziani, che necessitano di particolare protezione e assistenza. Il 20% della popolazione, infatti, ha superato i 66 anni di età e vive in nuclei familiari ormai abbandonati a se stessi. La miseria nella vecchiaia costituisce un grave problema specialmente nelle campagne e molti pensionati si tolgono la vita, poiché si considerano alla stregua di un fardello. SOS Villaggi dei Bambini adotta misure efficaci contro questi foschi sviluppi: tutte le mamme SOS in pensione possono infatti continuare a vivere nei vicini alloggi dell’ente, dove godono dell’assistenza e delle cure del personale specializzato. Da non molto tempo, il programma è stato esteso e ora possono beneficiarne anche altri pensionati con problemi psichici e di salute. SOS Villaggi dei Bambini contribuisce pertanto a combattere la povertà estrema della terza età.

Anche i giovani devono affrontare un’enorme pressione legata alle prestazioni scolastiche: sono infatti costretti a prepararsi agli esami di ammissione alle università già in età precoce. SOS Villaggi dei Bambini ha inaugurato a Seoul un centro dove i bambini possono studiare in biblioteca e ricevere lezioni di recupero da parte degli studenti universitari di istituti prestigiosi. Inoltre, per favorirne la ripresa si organizzano gite, corsi di cucina e di danza. Il centro funge da bacino di accoglienza e zona di riposo per oltre 120 bambini, che qui sanno di poter contare costantemente sul sostegno dei collaboratori di SOS Villaggi dei Bambini. E i genitori, di contro, hanno la certezza che i propri figli si trovano in mani sicure.

 

Un miracolo economico e l’altra faccia della medaglia

La confusionaria Seoul conta 10 milioni di abitanti. Tutti vogliono trasferirsi nella metropoli per lavoro o per studiare. Gli abitanti della Corea del Sud sono sottoposti a un’enorme pressione votata al successo. Il tasso di suicidi è uno dei più elevati a livello mondiale: nel paese, muoiono più persone per suicidio che per incidenti d’auto.  E anche il tasso di natalità sta crollando vertiginosamente, il tutto perché uomini e donne sono accecati solamente da un fattore: la carriera. A seconda del datore di lavoro, le ore di straordinario non retribuite si accumulano fino a tarda notte, considerato che si può lasciare l’ufficio solamente quando se ne va il capo. E il tempo per riposarsi, date le due settimane di ferie in tutto l’anno, è osannato come una risorsa dal valore inestimabile. Il popolo è diligente e impegnato,  virtù che percepiscono anche i figli dei sudcoreani e SOS Villaggi dei Bambini Corea del Sud.

Come per tutti i paesi, non è tutto oro quel che luccica. Ciò che sembra roseo, in realtà, ha zone d’ombra e viceversa.  Un boom economico è sinonimo di standard di vita migliori per le persone, che godono di maggior sicurezza grazie a lavoro e benessere. Un concetto, quello di welfare, che ha però il suo prezzo: psicologicamente parlando, i livelli spesso allarmanti di perdita delle relazioni interpersonali conducono a solitudine, depressione e, purtroppo, al suicidio. Anche la ricca Svizzera deve fare i conti con tendenze simili, motivo per cui è prioritario godere di istituzioni che sgravino le famiglie.

Foto © : Eleonora Scardanzan