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25.02.2019 Aiuto d'emergenza Attualità Tutti Asia Catastrofi dimenticate

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L’opinione publica tende a reprimire catastrofi verificatesi tempo addietro perché nel frattempo ne sono subentrate di nuove, ma ciò non risolve i problemi delle persone colpite e bisognose di aiuto. Migliaia di individui, con le loro storie, continuano a soffrire in silenzio, anche se non sono più sotto l’attenzione dei media. E le catastrofi dimenticate includono purtropppo anche bambini dimenticati.

Siria

La guerra civile in Siria si protrae ormai da 8 anni. 350’000 sono già i morti e 12 milioni di bambini, donne, uomini e familiari sono in fuga in tutto il mondo. Quella che era iniziata come una rivoluzione del popolo contro il regime dittatoriale di Baschar al Assad si è trasformata in una guerra civile. Stati internazionali quali Turchia, Stati Uniti, Iran, Israele, Francia e Russia agiscono a loro volta spronati dai propri interessi e prendono parte alla guerra tanto quanto gruppi di milizie locali, l’ISIS, i curdi e l’esercito siriano. La lotta di potere tra le grandi potenze è sfociata in una guerra internazionale per deleghe e la fine del conflitto sembra ancora lontana.  L’ISIS è stato in gran parte represso dal regime di Assad con l’aiuto di Russia e Iran; tuttavia, l’esercito siriano si scaglia brutalmente contro i suoi avversari anche con armi chimiche, mietendo così vittime fra i civili. Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna sostengono i gruppi ribelli siriani e i curdi nel nord della Siria. La Turchia vuole tuttavia impedire, in particolar modo, la formazione di uno stato curdo. Gli interessi dei vari attori coinvolti nella guerra sono complessi e il consolidamento del processo di pace o anche la ricostruzione dello stato sarà un’impresa titanica. Il destino della Siria è decisivo soprattutto per le potenze regionali di Israele, Iran, Arabia Saudita e Turchia, poiché la questione di chi deterrà il potere futuro in Medio Oriente è nell’interesse di tutti.

Il paese è distrutto dalla guerra. I bambini non vanno più a scuola e l’infrastruttura è in ginocchio. Secondo le stime delle Nazioni Unite, 13,5 milioni di persone in Siria necessitano attualmente di aiuti umanitari. 3 milioni di persone vivono in zone della Siria in cui l’accesso degli operatori umanitari è difficile.

SOS Villaggi dei Bambini è attiva in Siria da oltre 30 anni. Due villaggi dei bambini SOS, le istituzioni per la gioventù e i programmi sociali costituiscono la base per fornire aiuto immediato ed efficace direttamente in loco. Le zone di intervento attuali sono Aleppo, Tartus, Damasco e dintorni. Dall’inizio degli aiuti di emergenza, SOS Villaggi dei Bambini ha raggiunto più di 300’000 persone.

  • Aiuto d’emergenza: assistenza ai bambini rifugiati e alle loro famiglie tramite la fornitura di cibo, acqua, generi alimentari per neonati, farmaci, prodotti per l’igiene, pannolini e indumenti.
  • Protezione e assistenza: accoglienza degli orfani di guerra in tre strutture provvisorie (Damasco e Aleppo) nonché ricerca e ricongiungimento di famiglie separate. Istruzione temporanea
  • Supporto psicologico e superamento dei traumi per elaborare l’accaduto.
  • Tre asili e un asilo d’emergenza mobile ad Aleppo, Tartus e nella zona est di Ghouta assistono durante il giorno ragazze e ragazzi e forniscono sostegno e svago grazie al gioco, alla pittura, ai racconti di favole e alla musica.
  • Assistenza presso il villaggio dei bambini SOS a Damasco: contesto familiare stabile per bambini e ragazzi che hanno perduto le proprie famiglie.
  • Costruzione di scuole: a est di Aleppo, nel 2018 ha riaperto una scuola, rendendo così possibile l’accesso all’istruzione per 1800 alunni e l’organizzazione di lezioni a Damasco in collaborazione con l’UNICEF.

 

Distruzione a Damasco

Crisi dei rifugiati Rohingya in Bangladesh

Il gruppo etnico dei Rohingya vive nello stato di Rakhine in Birmania (Myanmar) e per decenni ha subito oppressione e discriminazione. In quanto apolidi, non hanno alcun diritto e sono costantemente perseguitati, vessati e discriminati. Alla fine di agosto 2017 si è verificata una nuova e più cruenta ondata di violenza. Secondo le stime delle Nazioni Unite, 10’000 persone sono cadute vittime dell’esercito birmano e oltre 1,5 milioni di persone sono attualmente in fuga. Tra di loro, 1 milione vive in condizioni terribili in campi sovraffollati come Cox Bazar in Bangladesh. La missione d’inchiesta dell’ONU parla addirittura di genocidio. Circa 500’000 bambini rifugiati patiscono la fame. Manca l’acqua potabile e molti giovani sono fortemente traumatizzati dall’esodo e dalla fuga. La pioggia incessante rende la situazione nei campi ancora più difficile per il possibile scoppio di epidemie.

Le Nazioni Unite hanno firmato una dichiarazione d’intenti con il Bangladesh e il Myanmar, volta a consentire ai Rohingya di rientrare nel Paese. Non sono state tuttavia attuate delle riforme serie. Pertanto, non si ha la certezza delle condizioni in cui i Rohingya vivranno in Myanmar e tantomeno si può sapere se saranno riconosciuti come cittadini. Nessuno si aspetta il ritorno dei Rohingya in Myanmar in tempi brevi. Al contrario, sempre più persone in cerca di protezione si rifugiano in Bangladesh.

Da oltre 40 anni, nelle condizioni climatiche e finanziarie più difficili, SOS Villaggi dei Bambini Bangladesh opera affinché i piccoli non debbano sopravvivere abbandonati a se stessi, ma vengano accolti dal calore di una casa. Nel Paese sono presenti sei villaggi dei bambini SOS, cinque programmi di aiuto alle famiglie e quattro scuole SOS. Il lavoro dell’ente in Bangladesh raggiunge in totale 12’000 persone.

  • Cinque asili d’emergenza: 300 tra ragazzi e ragazze vengono assistiti in campi al confine con la Birmania in Bangladesh. In questo ambiente protetto i bambini possono giocare, imparare e ritrovare il sostegno. Negli asili i bambini ricevono naturalmente anche pasti regolari.
  • Supporto psicologico: psicologi si prendono cura dei bambini traumatizzati, che continuano a risentire delle terribili esperienze vissute.
  • Assistenza medica: SOS Villaggi dei Bambini offre ai piccoli dei campi profughi un’assistenza medica di base.
  • Ricongiungimento familiare: molti bambini sono stati separati dai propri genitori durante la fuga e noi siamo alla ricerca dei loro familiari.
  • Aiuto a lungo termine: SOS Villaggi dei Bambini assiste a lungo termine tutti quei piccoli rimasti soli al mondo.