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03.11.2017 Attualità Programma di aiuti Tutti Africa «Noi ragazze siamo migliori»

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In una società patriarcale come quella etiope le donne sono svantaggiate, poiché la tradizionale suddivisione dei ruoli preclude loro di partecipare attivamente alla vita pubblica. In questo contesto è fondamentale dare più possibilità alle bambine di sviluppare il loro potenziale.

Pantaloni da ginnastica, sandali, magliette colorate: i membri del Ministero dell’igiene sono in tenuta leggera. La presidente dà lettura al rapporto di gestione sull’attività delle ultime settimane – e il fatto che indossi pantofole blu non toglie nulla alla serietà dell’assemblea. Segue un acceso dibattito: si avanzano proposte e si suggeriscono miglioramenti. Tutti possono esprimere la loro opinione. Dopo il voto sulle innovazioni da introdurre, tutti si spostano all’esterno. Per andare a giocare.

È lunedì sera e siamo al villaggio dei bambini SOS di Jimma, in Etiopia. L’assemblea del Parlamento dei bambini è terminata. Keren, 10 anni, presidente del Ministero, risponde alle domande della stampa, malgrado i suoi colleghi la chiamino con insistenza per giocare a palla: «Il nostro Ministero verifica che il nostro villaggio sia pulito. Inoltre facciamo sì che le piante e i giardini siano ben curati. E che non ci siano rifiuti in giro.»

Keren crede che le ragazze siano ottimi leader: «Il Parlamento dei bambini del nostrovillaggio SOS ha sei Ministeri. Quattro sono diretti da ragazze.» Secondo lei le femmine sono più organizzate di entrambi i colleghi maschi e fanno meglio il loro dovere. Questo spiegherebbe anche perché lei sia stata eletta sbaragliando i tre concorrenti maschi. Qui le si accende un sorriso malizioso sulle labbra e corre a giocare.

Grande potenziale

«Al villaggio dei bambini SOS incoraggiamo le ragazze a interessarsi a ogni tipo di ruolo. In particolare ai ruoli di leader», afferma più tardi Mulualem Gurmessa, direttore del villaggio. Per contro, spiega, nella società la presenza femminile in posizioni manageriali è ancora ridotta; di solito restano prerogativa degli uomini. Nell’economia, nella politica e nella cultura le donne sono sottorappresentate.

Benché vietate, le pratiche tradizionali quali la circoncisione femminile e i matrimoni precoci relegano le donne in una posizione subordinata rispetto agli uomini, negando loro la possibilità di dare un contributo alla società. Nella classifica generale della parità di genere, l’Etiopia si situa alla 127esima posizione su 142.

«Spieghiamo ai nostri bambini perché sia falso credere che il ruolo della donna sia solo di restare tra le mura domestiche», continua il direttore. «Parliamo apertamente con loro dei cliché legati al genere che rendono le donne vulnerabili alla violenza e alla discriminazione. » Il direttore è certo che la parità tra bambini e bambine potenzierà lo sviluppo dell’Etiopia. Perciò le ragazze del villaggio SOS imparano a riconoscere il proprio potenziale e a impiegarlo, a dare forma ai propri sogni e a prefiggersi obiettivi. Come Keren, che passando con la palla esclama: «Forse un giorno sarò la prima donna Presidente dell’Etiopia!»

Il lavoro domestico non e prerogativa delle donne

«Da quando sono arrivata al villaggio, aiuto la mia mamma SOS in casa. Ho imparato a fare pulizia, lavare i piatti e strappare erbacce. Inoltre mi faccio il letto da solo, riassetto e tengo ordine nell’armadio. Quando sono diventato più grandicello ho imparato a preparare il caffè e lo Shiro, un piatto tradizionale a base di farina di ceci. Queste due cose di solito le fanno solo le ragazze, ma a me piace molto.»

Aman, 10 anni, Villaggio dei bambini SOS di Jimma, Ethiopia

Trattare senza discriminazione

Oltre alle ragazze, anche i bambini omossessuali, bisessuali e transgender soffrono spesso di esclusione sociale. In modo speciale nei paesi africani, dove la loro inclinazione è tabù e tuttora spesso vietata per legge. Pertanto qui SOS Villaggi dei Bambini agisce con particolare attenzione, sensibilizzando con l’informazione le madri SOS e gli operatori. SOS Villaggi dei Bambini protegge tutta l’infanzia: a prescindere da cultura, fede, genere e orientamento