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21.02.2019 Attualità Diritti dei bambini Tutti In tutto il mondo I bambini non sono soldati

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Se esiste qualcosa di più drammatico delle guerre, è il coinvolgimento dei bambini nei conflitti contro la loro volontà. In occasione del “Red Hand Day”, che si tiene a livello internazionale, oggi SOS Villaggi dei Bambini manifesta contro lo sfruttamento dei bambini soldato. Esigiamo lo stop immediato al reclutamento di bambini tra le file dei soldati.

250’000 piccoli in tutto il mondo combattono attivamente in guerre civili. Dal 2013, solamente nella Repubblica Centrafricana, i ribelli hanno reclutato 10’000 bambini, che nel Sudan del Sud ammontano a 17’000, mentre solo nel 2016 circa 2000 sono caduti nelle grinfie del gruppo terroristico nigeriano Boko Haram. Le Nazioni Unite parlano di 1500 bambini soldato attivi nel conflitto yemenita e anche in Siria e in Afghanistan i soggetti coinvolti nei conflitti hanno fatto uso di bambini da ambo le parti. Tali dati costituiscono delle stime, motivo per cui è lecito supporre che i casi non registrati siano nettamente superiori.

Particolarmente esposti a rischi sono orfani e bambini provenienti da famiglie disagiate: questi piccoli vengono reclutati forzatamente o si recano persino volontariamente dalle diverse fazioni, poiché ricevono pasti regolari. I bambini costituiscono una categoria particolarmente allettante per i guerriglieri, essendo più “economici” rispetto a normali soldati. Sono vera e propria carne da macello durante i combattimenti o possono reperire informazioni fungendo da spie insospettabili. I soldati vessano le ragazze come schiave sessuali o le tengono prigioniere come cuoche.

Per rendere i bambini insensibili alle carneficine e alla violenza, gli adulti li sottopongono al consumo di droghe, aspetto che può provocarne la dipendenza. Ammesso che i bambini sopravvivano alla guerra e siano liberati, è difficile tornare a condurre una vita normale: sono traumatizzati, dipendenti dalla droga e si lasciano facilmente adescare dalla criminalità. La loro reintegrazione è faticosissima e necessita molto tempo. Sicuramente è ipotizzabile una vita normale, ma il trauma li accompagnerà per sempre.

Ecco il motivo per cui SOS Villaggi dei Bambini si appella alla politica e ai governi, affinché vengano adottate misure preventive. I bambini hanno bisogno di protezione all’interno delle proprie famiglie, perché né loro stessi né i loro cari considerino mai allettante unirsi a un esercito. Dobbiamo promuovere l’accoglienza degli orfani nei villaggi SOS o cercare famiglie affidatarie amorevoli o forme di assistenza alternative. Altrettanto essenziale è consolidare le realtà familiari, perché queste possano provvedere autonomamente alla sopravvivenza di se stesse e dei bambini. Un ambiente protetto, la formazione e prospettive future eque costituiscono le armi migliori contro il reclutamento di bambini soldato. Siate anche voi d’esempio e sostenete SOS Villaggi dei Bambini con una donazione o un padrinato.

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