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22.01.2019 Attualità Programma di aiuti Tutti In tutto il mondo Una via d’uscita dalla povertà in Kosovo

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Pristina – L’abitazione di Murat assomiglia a delle rovine. Il bimbo di cinque anni vive in un fatiscente complesso di cemento costantemente allagato. Il pavimento del soggiorno, che funge anche da camera da letto e da gioco, è ricoperto da tappeti bagnati. Al freddo e senza acqua pulita, Murat cresce a Pristina in completa miseria insieme ai suoi genitori, Imir e Valbona, e ai fratelli Behar ed Elira di 3 e 9 anni.

La psicologa e operatrice sociale di SOS Villaggi dei Bambini Arjeta Ahmadi ricorda vividamente la prima visita presso la famiglia: “I bambini erano estremamente silenziosi e tranquilli. Non hanno risposto alle mie domande e mi sono apparsi molto tristi. Ho avuto l’impressione fossero invisibili.” Il padre dei bambini, Imir, è costantemente alla ricerca di un lavoro. Dopo aver perso i genitori a causa del conflitto in Kosovo del 1998-1999, è stato costretto a interrompere il proprio percorso di formazione. A 16 anni si è trasferito a Pristina, solo al mondo, per trovare un’occupazione, impresa fino ad oggi non semplice. “Dopo la guerra molte persone si sono trasferite dalle zone rurali a Pristina, la capitale. La maggior parte di loro, tuttavia, non aveva un titolo di studio, il che ha reso arduo trovare un buon lavoro. Anche oggi, la ricerca di un’occupazione rimane una sfida non indifferente:  fino al 35 percento della popolazione è disoccupata, situazione che colpisce in particolar modo i giovani”, prosegue Arjeta Ahmadi.

Per garantire alla famiglia un pasto quotidiano, di notte Imir si reca nelle discariche, dove seleziona elementi in metallo, ferraglia e carta in cambio di qualche centesimo. “Eseguo qualsiasi lavoro che trovo. Spesso però si tratta di lavori pesanti e la mia schiena è completamente a pezzi. Ma la responsabilità di provvedere ai bambini è mia.”

Foto: Morten Mejnecke

L’abitazione di Murat a Pristina, foto: Morten Mejnecke

Il primo passo per uscire dal circolo vizioso della povertà

Nel 2018 la famiglia è stata accolta nel programma di rafforzamento familiare di SOS Villaggi dei Bambini. La fondazione persegue l’obiettivo di sostenere i nuclei familiari a rischio, prodigandosi affinché questi non si disgreghino. Tale attività comporta molti sforzi su molteplici livelli. “Si incomincia sempre con un colloquio durante in quale individuiamo assieme ai genitori sfide, punti deboli e ciò che è necessario per migliorare la loro situazione. Successivamente elaboriamo insieme un programma per assicurarci che i genitori riescano ad assumersi le loro responsabilità e acquisiscano sempre più consapevolezza del proprio ruolo”, illustra Arjeta Ahmadi, che segue la famiglia in qualità di interlocutore permanente.  Il sostegno per la famiglia è variegato. SOS Villaggi dei Bambini si assicura che la famiglia possa accedere all’assistenza medica e i genitori vengono istruiti su come incrementare i loro redditi e favorire l’educazione dei bambini: “Insegnamo ai genitori a confrontarsi con i figli e i loro problemi, ad ascoltarli nonostante le difficili condizioni in cui versano.” Ora i bambini frequentano l’asilo e la scuola e ricevono anche il sostegno di pedagogi SOS per colmare le relative lacune. SOS Villaggi dei Bambini ha predisposto un appartamento completo di cucina, stanza dei bambini e soggiorno nel quale la famiglia potrà presto trasferirsi.   “Non c’è dubbio sul fatto che ora le nostre condizioni di vita siano di gran lunga migliori”, afferma Imir. Con l’aiuto di Arjeta, l’uomo cerca un lavoro fisso. “Il mio sogno è trovare un lavoro con il quale mantenere i miei figli. Voglio poter offrire loro tutto ciò che desiderano.”

* I nomi dei bambini sono stati modificati per motivi di privacy.

Programma di rafforzamento familiare in Kosovo

Imir desidera trovare finalmente un lavoro fisso,  foto: Morten Mejnecke