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21.11.2017 Attualità Programma di aiuti Tutti Asia Resteranno sempre i miei bambini.

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Sulle tracce di ex-bambini SOS in Nepal.   Che cosa ne è dei bambini cresciuti nel villaggio dei bambini SOS? Una volta adulti, se la cavano nella vita? Nessuno lo sa meglio di una madre SOS che ricorda i suoi primi bambini e racconta come affrontano la vita.

Mi chiamo Ganga e ho 47 anni. 17 anni fa ho iniziato a lavorare come madre SOS nel villaggio dei bambini di Kavre, in Nepal. Nella foto sono ritratta insieme ai miei primi undici bambini nella casa “Kaligan-daki”, che abbiamo chiamato come un grande fiume del Nepal. Santo cielo, come ero giovane! Vi racconto le storie dei miei sei bambini più grandi e cosa fanno oggi.

Manisha, 24 anni

Manisha è la mia figlia maggiore. È stata affidata alla mia famiglia perché la sua mamma biologica era morta di una grave malattia. Il padre era alcolizzato e non si occupava più di lei, mentre i suoi parenti erano troppo poveri per prenderla con sé. Nella nostra famiglia ha assunto spontaneamente il ruolo di protettrice dei suoi fratelli e sorelle. È sempre stata un supporto per tutti noi. Spesso i fratelli hanno un rapporto migliore con la sorella maggiore e le raccontano ciò che le orecchie di una madre non dovrebbero sentire. Manisha ha la sensibilità giusta per trattare con i bambini, riconoscere i loro talenti, educarli e stimolarli. Oggi ne ha fatto la sua professione: studia per divenire educatrice nella capitale Kathmandu. Ci fa visita regolarmente e ci telefoniamo il più spesso possibile. Sono felice che sia già indipendente.

Umesh, 21 anni

Umesh è il mio figlio maggiore. Dopo la morte dei genitori biologici in un quartiere degradato, era rimasto abbandonato a se stesso. Me l’hanno portato gli operatori sociali. Sia come persona che a scuola, Umesh si è dimostrato un bambino e un giovane ammirevole. Quest’anno terminerà i suoi studi di economia, poi inizierà a lavorare in una banca. In Nepal non è facile trovare un impiego, ma Umesh ce l’ha fatta: è uno studente eccellente. Il fatto che all’università sia considerato un ragazzo modello mi riempie di orgoglio. I suoi fratelli possono imparare molto da lui.

Sudhav, 20 anni

La grande frana del 1999 ha distrutto la casa della famiglia di Sudhav, uccidendo i genitori e i tre fratelli. I soccorritori lo hanno trovato tra le macerie come unico sopravvissuto dell’intera famiglia. Quando l’abbiamo preso dall’ospedale non era in grado né di parlare, né di mangiare o bere da solo. Ci fissava e basta. Dopo una settimana mi ha chiamato “Ama”, che significa mamma. È quasi un miracolo che Sudhav abbia terminato la scuola con buoni voti dopo questa triste storia. Adesso frequenta la scuola di commercio a Kathmandu e tra due anni vorrebbe trovare impiego nell’esercito. Abita a Kathmandu con i suoi amici coetanei nell’istituzione per la gioventù SOS.

Kalpana, 21 anni

Kalpana è arrivata nella nostra famiglia in seguito alla morte della madre. Suo padre si è risposato e l’ha ripudiata. Oggi studia assistenza sociale in un prestigioso college di Kathmandu. Nella sua professione si occupa soprattutto del sostegno a donne e madri nelle regioni rurali del Nepal. Tra due anni diventerà indipendente a livello professionale. Abita nell’istituzione della gioventù SOS di Kathmandu, dove gli assistenti ai giovani SOS l’assistono nel suo percorso verso l’autosufficienza.

Manju, 22 anni

Dopo la morte del padre, la madre ha abbandonato Manju e sua sorella minore Anju senza lasciare notizie. Ad oggi non abbiamo ancora scoperto che fine abbia fatto o se sia ancora viva. Vivere con questa incertezza è stato difficile per le due sorelle adolescenti. Adesso Manju ha concluso la sua formazione commerciale e aspetta i risultati degli esami. Lavora come segretaria in una ditta. Dopo aver superato l’esame, verrà assunta con un impiego fisso e potrà avere una vita stabile. Il suo grande sogno è diventare insegnante. Ci fa visita per le feste o le occasioni speciali, ad esempio per il mio compleanno.   Anju, 19 anni Anju, la sorella minore di Manju, è molto matura per la sua età. Si contraddistingue per la sua personalità forte. Dopo la scuola si è trasferita nell’istituzione per la gioventù SOS di Kathmandu, dove ha terminato gli studi di base. Vuole dapprima diventare insegnante e poi direttrice scolastica, e diventare autonoma il prima possibile, trovare un lavoro e avere un’indipendenza economica. L’istituzione per la gioventù SOS la prepara e sostiene a questo proposito.

La famiglia

Sono madre SOS dal 1998. All’inizio la maggior parte dei bambini che entrano a far parte della mia famiglia ha molte carenze: non parlano correttamente e hanno bisogno di tutta la mia attenzione. Compenso il loro vissuto con il mio amore e gradualmente diventano bambini felici. Durante l’adolescenza si pongono domande: sulla vita, sul passato e sul futuro. Vado fiera dei loro successi e mi rattristo qualora non li ottengano.   Adesso i miei primi bambini sono adulti, ma continueranno ad essere i miei bambini per sempre. Vengono a farci visita, raccontano le loro esperienze ai miei nuovi bambini che adesso hanno bisogno delle mie cure. Così cresce e vive la mia famiglia.   Ringrazio ogni giorno tutti i donatori che mi permettono di poter fare la differenza per i bambini svantaggiati qui in Nepal.