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13.11.2017 Attualità Programma di aiuti Tutti Asia In Nepal migliaia di bambini vivono ancora fra le macerie.

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A due anni dal terribile terremoto che ha sconvolto il Nepal, moltissime delle persone colpite vivono ancora in condizioni di povertà estrema. Centinaia di migliaia di bambini e adulti, specialmente fuori dai centri urbani, sono ancora accampati in tende, sotto teloni di plastica o in abitazioni di fortuna arrangiate con le macerie. La ricostruzione a seguito della devastazione in uno dei paesi più poveri del mondo arranca, in particolare nelle zone rurali.

Il 25 aprile 2015 le violente scosse hanno provocato la morte di 9’000 persone e distrutto 800’000 edifici, i feriti sono stati migliaia e milioni di persone si sono ritrovate senza una dimora. “Nonostante la comunità internazionale abbia fornito quattro miliardi di dollari subito dopo la tragedia, a oggi solamente una parte infinitesimale ha raggiunto le persone colpite”, critica Erika Dittli, responsabile dei programmi di SOS Villaggi dei Bambini Svizzera, in occasione del secondo anniversario della catastrofe.

Erika Dittli si è recata in Nepal diverse volte e ha seguito i programmi in loco. Secondo SOS Villaggi dei Bambini il governo nepalese ha promesso a ogni singola vittima del terremoto circa 2’000 dollari per la ricostruzione delle proprie abitazioni, eppure nella maggior parte dei casi fino ad ora sono stati stanziati solamente circa 500 dollari a testa.   “Alcuni territori del paese purtroppo sono ancora in condizioni tali da sembrare appena travolti dalle scosse e, a due anni di distanza dalla catastrofe, in alcuni luoghi le macerie non sono ancora state rimosse. Vedere tutto ciò fa male”, spiega Dittli. La situazione è particolarmente difficile per i bambini: molti non hanno accesso all’acqua potabile e alle strutture sanitarie e mancano edifici stabili dove bambini e famiglie possano trovare rifugio dal freddo, dal caldo e dai monsoni. “Ci preoccupa molto anche il fatto che i bambini siano vittime di lavoro minorile per garantire il reddito delle proprie famiglie o, nel peggiore dei casi, di traffico di esseri umani”, prosegue Dittli.

Immediatamente dopo la catastrofe SOS Villaggi dei Bambini ha fornito a centinaia di migliaia di persone rifugi provvisori e pacchetti di aiuto d’emergenza e ha costruito strutture di protezione, aree gioco e centri temporanei d’apprendimento per bambini. Oggi, l’organizzazione d’aiuto si dedica alla ricostruzione di centinaia di edifici distrutti nonché di scuole e asili, rendendoli completamente antisismici. “La ricostruzione sta lentamente prendendo il via e questa è una buona notizia”, illustra Dittli. “Siamo giunti dal mero aiuto d’emergenza alla ricostruzione effettiva, eppure saranno necessari ancora molti anni perché questa avvenga nell’intero paese.”